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CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



martedì 26 novembre 2013

#2 Trovare casa a Edimburgo


Cercare casa ad Edimburgo non è affatto difficile. In confronto a quanto avviene nella capitale svedese, ad esempio, qui in pochi giorni e senza troppi sforzi si riesce a trovare una buona sistemazione. Sarò la solita detestabile fortunata, ma a me è andata subito bene. Non sono stata io a cercare casa, è stata lei a trovare me. Che abbiate bisogno di una stanza in un appartamento da condividere o di un posto tutto per voi, i siti più popolari da consultare sono Gumtree, Citylets e Spareroom. A me è bastato registrare il mio profilo su quest'ultimo, per ricevere decine di messaggi nel giro di poche ore. Qualcuno vi proporrà bettole mal ridotte, qualcun altro di andare a vivere nel suo nido d'amore (se non siete in cerca del principe azzurro, ma del castello, evitate di caricare la vostra foto in bikini sul bagnasciuga). Shu-Chen mi ha contattata via mail, parlandomi di un appartamento ultramoderno rimesso a nuovo a pochi passi dal mio futuro ufficio. Pareti bianche, una grande finestra affacciata sui tetti in pietra della Old Town e parquet ovunque (cosa abbastanza rara in UK). Ho versato il deposito dall'Italia (correndo un rischio, lo so) e bloccato la casa senza averla mai vista, se non in foto. Ho tirato un sospiro di sollievo dopo aver firmato il contratto e benedetto questa piccola donna di Taiwan per aver scritto proprio a me quel giorno. Gli omini dell'ikea hanno già consegnato il letto, ora tocca all'armadio. Anche il prossimo week-end lo passerò a montare. Non l'avrei mai detto...

venerdì 22 novembre 2013

#1 La partenza \\ Andare a Vivere in SCOZIA

Ci sono! Arrivata a destinazione. Il volo da Roma è stato lungo e sfiancante. Non solo per lo scalo di due ore a Londra, ma perché la valigia andava ben oltre i 23 kg consentiti (hanno chiuso un occhio) e il bagaglio a mano quasi li sfiorava. In tutto, ho trascinato dall'Italia molto più di quello che io stessa riuscirei a pesare, anche dopo un pranzo della domenica cucinato da mamma. Magari ho dimenticato qualcosa di fondamentale, ma la mia gonna a ruota, piegata come fosse un origami per farcela entrare, è con me! A parte questo, non tanto per scaramanzia (ma quasi solo per quella), la sera del viaggio ho dormito in hotel. Lo stesso in cui ho trascorso la notte prima del colloquio, ormai più di un mese fa. Il concierge mi ha riconosciuta, congratulandosi con me per aver ottenuto il posto. Io l'ho ringraziato, per aver portato fortuna. E mi è sembrato bello, avere già qualcuno da ritrovare, in questa vita nuova. Beh, insomma, eccomi. Atterrata in Scozia. È da qui che scriverò d'ora in poi. Da una capitale storica, amichevole e calda, a dispetto del clima. Sperando di aver trovato casa. 

venerdì 15 novembre 2013

INIZIA L'AVVENTURA


EMIGRARE [SENZA RIMETTERCI LE PENNE]
Cuorediseppia è un diario privato. Talvolta confuso; lo è una donna che arrossisce, ammiccando. Ma è sempre stato vero. La narrazione di come io ho visto il mondo [accadere le cose], dei tanti viaggi e degli incontri diventati importanti. Ho spiegato le vele, per solcare le terre verdi della Scozia. La mia avventura è una possibilità. Di vita diversa, di crescita, di cambiamento, di scoperta. Non solo per me. I dubbi di chi parte sono anche quelli di chi vorrebbe partire. Le paure e le curiosità. Ogni minima preoccupazione. Che sia legata al trasloco, alla ricerca di un lavoro, o alle tante pratiche da sbrigare, non solo per potersi integrare, ma per sentirsi integrato. Parte di qualcosa che è diverso, e lo è, ma che è diventato “casa”. Tutto questo per dire che ci siamo. Fra qualche giorno ho l’aereo. Racconterò il mio stato d’animo, l’entusiasmo. La burocrazia, la quotidianità, ogni passo falso. Magari potrà servire a qualcuno, disorientato come me all’inizio. Il 51% degli under 30 vuole lasciare l’Italia. 2 milioni sono quelli che lo hanno già fatto. C’è chi ha detto che scappiamo. Non siamo noi a fuggire, è il paese che ci ha sradicato.

venerdì 1 novembre 2013

Un addio, un trasloco, un pensiero fisso.

Sapevo sarebbe stata dura. L’avevo messo in conto. Ma la fine è una scoperta tremenda. Ogni addio è sorprendente a suo modo, dilaga senza pazientare. Un respiro profondo non basta, prima dell’apnea. Non c’è aria a sufficienza nei polmoni, si torna in superficie stravolti. Talvolta spaiati, comunque diversi. Scrivo su un letto che ho appena disfatto, dopo aver svuotato l’armadio, tirato via i quadri dalle pareti bianche, che avevo stuccato i primi giorni di marzo. Lascio Roma, il semaforo senza verde, i clacson sulla Tiburtina, le pesche, le granite. La sveglia delle 7 in punto, la metro fino a Rebibbia, gli studi della Sitcom, la mia redazione. I volti che studiavo appena arrivata sono ora quelli di una famiglia. Ci sono state bozze da leggere, fino ad avere gli occhi rossi di sale, da rivedere, da inviare allo stampatore. Ordini di approvvigionamento, consuntivi, refusi, Torino e Francoforte. Ci sono state cartelle condivise, pause condivise e caffè presi al sole. Tutto a dire che io sono stata lì. Lascio tre cassetti vuoti, le calamite e i pastelli a chi ci sarà. Il buongiorno di Steno, che scrutava dal suo schermo il mio lavoro e si affacciava ogni tanto. Il suo abbraccio in un momento di sconforto, nonostante l’avessi per mesi insultato. Davide Editore (e anche Daniele). Il piglio da paperino, le battute sconce sulle prostitute, sulle sue notti brave. Con l’ultimo tentativo, fallito, di aggancio, un’ora prima che salutassi l’ufficio. Lascio Cristina alla sua buona stella, che già luminosa va tracciando la rotta. Anita senza scarpe sotto la scrivania. Viviana e le sue fragili follie piene di vita. Le grafiche, che fanno il tifo per me, e il corso di volgarità al quale non mi sono ancora iscritta. Mamma Koral e i suoi sogni da interpretare ogni mattina. La sua forza, di una donna ispirata. Gli starnuti di Veronica, l’eleganza inarrivabile di Luisa. L’emozione che mi ha travolta all’annuncio di Emanuela, la sua tenacia. Simona, Cristina e Valentina. Ignazio (così l’ho battezzato io), la sua musica, che un giorno ha rosicato, ma non mi ha detto perché. Francesco che non scrive di cucina. Che salta il pranzo per andare a farsi una nuotata. Che mi prende in giro perché non sto mai zitta, perché ne ho sempre una, nonostante nessuno l’abbia chiesta. Che mi lascia senza parole prima di andare via. Il suo naso da clown è il regalo della vita. Lascio Antonella, le confidenze di sorella, le sere all’Opera, la notte che è rimasta a casa mia. Lei e le sue domande a cui cerca risposta, nascosta dalla luna. Che è bella, ma bella, e non lo vede ancora. Evelina. Che il primo giorno non c’era, che oggi non potrei stare senza. Che ho avuto paura di deludere, che ora ho paura di perdere. L'Ingegner Magnaghi, che ci prova, e ci prova ogni volta. Corrado, i suoi sorrisi e le giornate no. Angelo e le orecchie da topo, Sciacca e la pacca sul culo, con la scusa che porta fortuna, che mi si aprono i chakra. Luca e il suo tortino (e tutti i doppi sensi, le cazzate che ci siamo detti), gli chef di Casa Alice, i ragazzi della produzione. Agosto, passato troppo in fretta, quando tutti erano in ferie (ma io e te no). Lascio ogni lunedì mattina. La schiscetta, la mia casella di posta ancora piena. Ogni ora passata, ogni ora persa. Lascio una parte di me, gagliarda e tosta. Potessi aver avuto scelta.

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