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CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



domenica 28 aprile 2013

La città del sole

"La mia città ideale è una Stoccolma assolata, libera e inquieta. Il profumo del pane di mio padre a scaldare l’aria e buoni amici da ritrovare alla sera".

QUI trovate il resto della mia intervista su Wowanderlust 

E voi cosa dite, qual è la vostra città ideale?

sara_izzi_6

giovedì 25 aprile 2013

International Journalism Festival 2013

Ho strappato un giorno d'ufficio, ho fatto il biglietto all'ultimo minuto e di corsa ho raggiunto il binario per non perdere il treno. Destinazione Perugia. A un anno da lì. E ritrovarli tutti. Aspettare la sera, bere sulle scale qualcosa. Frizzante, frizzante, ghiacciata. Non vedo l'ora di riabbracciarli e ridere a crepapelle con Simona.


Photo by Antonio Doldo

giovedì 18 aprile 2013

Lui gioca con le bambole

Secondo statistiche recenti, la Svezia è uno dei paesi con il più alto tasso di natalità in Europa. Non solo si fanno tanti figli: qui i bambini godono di diritti e tutele speciali. Una vecchia legge del 1979 ha addirittura messo al bando punizioni e sculacciate. Considerando fuorilegge chiunque sia sorpreso a riprendere i pargoli dopo una marachella. A Sodermalm, quartiere a sud della città, ha fatto molto discutere il progetto Egalia. Un asilo in cui ci si rivolge ai più piccoli con il pronome neutro “hen”. Nessuna distinzione fra maschile e femminile per evitare discriminazioni sessuali. Nessuna fiaba stereotipata. Alle bambine le macchinucce, i maschietti giocano anche con le bambole. Magari il progetto funziona, ognuno può essere liberamente ciò che vuole già in tenera età. Sorrido mentre penso al piccolo Lorenzo. A 2 anni  odia le barbie e impazzisce per le veline. Per l'asilo di Stoccolma è decisamente troppo tardi: lui ha già le idee chiare.


Pubblicato su A, num. 17, aprile 2013

giovedì 4 aprile 2013

Vola basso, vinci il posto

La fortuna non aiuta gli audaci. Lo penso spesso dopo un colloquio di lavoro in Svezia. Stretta di mano decisa, look impeccabile e rispetto degli orari vanno bene, ma guai a volersi mettere troppo in mostra. Nella rispettosissima terra dei vichinghi domina la Jantelagen, la legge di Jante. Una serie di norme comportamentali che regola la vita civile e per le quali chi pensa di essere migliore degli altri viene messo da parte. Per spuntarla sul resto dei candidati non servono effetti speciali. Mai mostrarsi troppo sicuri e ostentare competenze straordinarie. Preferibile mantenere un profilo basso, dichiararsi carenti e consapevoli dei propri limiti. Un carattere vincente non ha maggiori possibilità di successo. L’ambiente di lavoro è poco gerarchizzato, si sta tutti in open space e al capo si dà del “tu”. A pensarci, le tattiche che ho sempre messo in campo qui non attaccano. Vantaggi: l’ansia di dover a tutti costi far colpo non c’è e anche i più goffi possono farcela. 


Pubblicato su A, num. 15, aprile 2013 
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