welcome to MY BLOG

CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



martedì 30 novembre 2010

C'è ancora qualcosa di democratico in questo paese.
Cosa?
Un palazzo di cemento impastato a sangue.
Cioè?
Un palazzo di cemento impastato a sangue.
Ok, ma non ti seguo.
Un condominio qualunque. Hai presente?
Certo che ho presente.
Un sali e scendi di scale con le buste della spesa, una chiacchiera sulla porta, il cane del vicino che ti piscia sul tappeto e tu che campi a oltranza.
Ho presente. Ma questo è democratico?
Lascia stare. Il pianerottolo semmai è diplomatico.
Cosa è democratico allora?
Il tetto.
Il tetto?
Il tetto. E pure il quinto piano.
Non capisco. Parla chiaro.
Allora ascolta: quando vorrai farti sentire sali in alto.
E cosa faccio?
Decidi.
Cosa?
Se alzare la voce o abbracciare il silenzio.
Parli dei ricercatori?
Parlo di te e di me. Di una generazione fantasma che osa ancora sperare, e di un uomo vinto dalla malattia che ha smesso da tempo. Qualcuno si arrampica, qualcun altro si lascia cadere.
Capisco.
Puoi far sentire quanto ci tieni e quanto non ci tieni più.
Quindi salgo sul palazzo.
Sali sul palazzo.
Sai che forse hai ragione?
Ho sempre ragione.
Ma così non sei molto democratico.
Non ho mai detto di esserlo.

venerdì 19 novembre 2010

[ prima che adesso ]


Da quale inverno celeste discendo?
Quali avanzi di stella saldarono il mio corpo?
Da chi eredito il nome e perché questo?
La mia voce, le ciglia, il polpaccio? Ogni sillaba del mio portamento?
Quali spazi negati ho abitato?
Da quali faune provengo?
Quante antiche conchiglie ho rubato agli abissi?
Quanti magneti e costellazioni?
Di quali uccelli conservo i verdi lineamenti?
Cosa ricordo del sasso?
Della mia stanza lunare chi pagava l’affitto?
Chi ha custodito i sogni che avrei fatto?
Tra il perpetuo e l’ambito il mio seme dov’era?
Quante stagioni ha conosciuto il mio alfabeto,
prima che avessi fiato?
Prima che adesso?

venerdì 12 novembre 2010

Come sedersi su Clinton ..


Suona strano, ma è andata così: ho fatto merenda su Bill Clinton. In questi giorni vengono premiate a Stoccolma le maggiori personalità della cultura e delle scienze, selezionate per il loro lavoro a favore dell’umanità. A Gamla Stån sorge un museo dedicato al Nobel, così decido di andare. Con la mia guida in inglese seguo tutto il percorso che va dal 1901 ad oggi. Sul soffitto scorrono le foto delle più grandi menti del secolo scorso, tranne quella di Jean Paul Sartre che rifiutò l’onorificenza nel 1964, mentre due schermi enormi illustrano ai visitatori l’impatto delle loro scoperte. Sosta immancabile è quella al Satir Kafè. I premi Nobel passati di qui, e il presidente americano che per primo ebbe l’idea, hanno lasciato la loro firma sul retro di ogni sedia del bar. L’idea è carina: perfetti sconosciuti a tavola con grandi uomini. Peccato per il conto. A quello dovete pensarci voi.


Pubblicato su A, num. 46, novembre 2010
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...